Le startup che vogliono cambiare il mercato del lavoro
MODELLO SOCIAL NETWORK
Sfrutta l’idea del social network Tabbid, fondata nel 2013 da Laura Volpi e Alessandro Notarbartolo. Partita con 40 mila euro di investimento, è oggi il portale di riferimento per 11.350 utenti in cerca di un lavoretto poco impegnativo. “Soprattutto studenti – sottolinea Notarbartolo – Il boom c’è stato nell’ultimo mese, anche grazie al lancio del blog che oggi fa più di duemila utenti unici al giorno”. Il modello di riferimento è quello della banca del tempo online, ma il business plan è diverso e l’azienda si finanzia trattenendo l’1% su ogni transazione. Se condividi l’esperienza su Facebook, la fee non si paga.
Più che un social network è una piattaforma l’idea di Egomnia. Lanciata il 7 marzo 2012 con 10 mila euro di investimento familiare, ha il suo tesoretto tech in un algoritmo che classifica i candidati in cerca di lavoro secondo un punteggio basato su esperienze e competenze. Come un pagerank di Google. A tre anni dal lancio, però, il sito è ancora in versione beta nonostante, come racconta il founder Matteo Achilli, “ad oggi abbiamo più di 400 mila profili utenti e 888 aziende registrate”.
SENZA DIMENTICARE LA FORMAZIONE
C’è un algoritmo anche alla base di Skilledin, la startup lanciata da Raffaele Esposito. Il software in questione si chiama Ai-Bert e l’idea è quella di favorire il matching tra domanda e offerta in base a ciò che effettivamente chiede il mercato. Niente paura per chi non ha l’esperienza richiesta: Skilledin suggerisce anche materiale e corsi di formazione e offre test di autovalutazione online, con cui i candidati possono misurarsi prima del colloquio. Sarà una promessa mantenuta? Bisogna aspettare: appena il 4 febbraio 2015 Skilledin ha ricevuto l’autorizzazione ministeriale come agenzia del lavoro ed è partita la fase operativa.
AAA STARTUPPER ONLY
È una “startup per startupper” Startup Italia Jobs, il network per le giovani aziende – soprattutto italiane – in cerca di altrettanto giovani talenti. “E’ un progetto interamente autofinanziato, che non ha ricevuto nessun investimento esterno né pubblico né privato e che ha il solo obiettivo di supportare la community startup italiana, connettendo domanda e offerta di lavoro”, spiega il Co-founder Giuseppe Colucci. Nell’ottobre 2013 hanno superato la soglia di 1.500 aziende iscritte. Unico disclaimer, come recita il loro manifesto: il sito è riservato agli “addetti ai lavori del settore tech italiano”.