Come portare le startup nelle grandi aziende
Le logiche e i processi tipici delle startup si stanno, infatti, dimostrando efficaci ad accelerare lo sviluppo di realtà aziendali già esistenti, attraverso l’introduzione di tecnologie disruptive, con il supporto di modelli di business che guardano a nuovi mercati o azioni di product development che cambiano profondamente il posizionamento dei prodotti esistenti. La Corporate Entrepreneurship serve proprio a favorire un cambio di rotta nei modelli di business tradizionali, dove i convenzionali processi di business development seguono tempi troppo lunghi rispetto ai cambiamenti oramai immediati degli ambienti competitivi internazionali.
Creare o modificare il modello di business non è facile per niente, richiede sforzi gestionali, visione di lungo termine; non a caso è una delle maggiori sfide delle imprese incumbent. Ci sono diversi studi che dimostrano che aziende in grado di modificare il loro modello di business in maniera significativa crescono più rapidamente e realizzano maggiori margini. La CE rappresenta quindi un modo per raggiungere nuovi assetti competitivi, in tempi rapidi, sia in termini di prodotti che di nuove opportunità di mercato.
Tra i modelli di riferimento già presentati in un precedente articolo, è stato possibile isolare tre principali forme di Corporate Entrepreneruship: l’Intrapreneurship, l’Exopreneurship e il Corporate Venture Capital. Le tre forme si muovono tra due estremi che vedono da una parte lo sviluppo di iniziative imprenditoriali all’interno dell’azienda attraverso programmi ad hoc (definiti di intrapreneurship), fino a forme totalmente esterne alle aziende utili per lo scouting di tecnologia offerte da startup o spin-off accademici o da centri di ricerca (detti di Exopreneurship e forme intermedie a cui viene dato il nome di Corporate Venture Capital).
Le aziende che organizzano programmi di corporate exopreneurship o venture capital, devono organizzare il processo attraverso il quale all’interno di una società si può promuovere, avviare e gestire un nuovo business in modo autonomo dalla società madre in termini di sostenibilità economico-finanziaria, cercando comunque di sfruttare il patrimonio, la posizione di mercato, le capacità o altre risorse dell’azienda madre.
Quando si parla invece di Corporate Entrepreneurship in senso stretto, tuttavia, si fa riferimento ad una partecipazione allo sviluppo del business, non soltanto con un supporto economico finanziario, ma soprattutto con l’utilizzo di risorse, know how, capabilities e ulteriori componenti dell’azienda che lancia il programma di CE.
È proprio nella differenza tra capacità di sfruttare risorse interne ed esterne che si identifica il discrimine più rilevante tra un Corporate Venture Capital e una forma pura di Venture Capital.
Nel mondo industriale e aziendale, diversi sono i casi di successo, e di fallimento, di fenomeni così complessi. Nel caso della CE, una serie di ricerche ha portato alla sintesi di quattro tipologie, che per caratteristiche e stili strategici sono quelli più utilizzati e che forniscono un maggiore livello di successo.
I modelli nascono da una matrice composta da due dimensioni: la dimensione che riguarda la proprietà dell’organizzazione e la dimensione che riguarda il governo delle risorse, intesa come adiacenza più o meno vicina a voci di budget e funzioni di business già esistenti all’interno delle aziende.